Con l’arrivo della fase 2 dell’emergenza Covid-19, sono entrate in vigore alcune nuove norme, tra cui l’utilizzo obbligatorio della mascherina, utile per assicurare protezione nei confronti della penetrazione di fluidi biologici attraverso le mucose di naso e bocca.
Come specificato sul sito del Ministero della Salute, questi sistemi di protezione possono avere caratteristiche diverse sia per quanto riguarda il materiale che la forma.
Le mascherine più facilmente reperibili sono quelle chirurgiche monouso che, come indicato dagli esperti, dopo averle utilizzate dovrebbero essere immediatamente smaltite nella spazzatura. Considerata però l’emergenza attuale e il sempre più difficile reperimento di tali sistemi di protezione, gli studiosi ci hanno dato delle indicazione per sanificare le mascherine in modo da poterne garantire il riutilizzo in completa sicurezza. È bene tuttavia considerare che su una mascherina monouso il trattamento non può essere effettuato per più di tre volte.
Vediamo insieme i modelli più diffusi di mascherine e come possono essere sanificate.
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Quali sono i tipi di mascherine più diffuse
Partiamo con il ricordare che non tutte le mascherine sono uguali e non tutte garantiscono la medesima protezione. Vediamo quali sono alcune delle mascherine che possiamo trovare in commercio:
1) Mascherina chirurgica
Ha una capacità filtrante del 95% verso l’esterno ma protegge poco (solo il 25%) dall’esterno verso chi le indossa. Sono principalmente consigliate per chi è raffreddato e ha bisogno di evitare di contagiare gli altri.
2) FFP1/FFP2/FFP3 senza valvola
Sono mascherine con un’elevata efficacia di prevenzione sia per chi le indossa sia per gli altri. Riducono al minimo il rischio di essere contagiati e di contagiare.
3) FFP1/FFP2/FFP3 con valvola
Proteggono chi le indossa dal rischio di prendere il virus ma indossate da chi è positivo, espongono gli altri al potenziale contagio.
4)Mascherine lavabili
Si tratta per lo più di misure igieniche per ridurre la diffusione del virus, diverse dalle mascherine chirurgiche e da quelle certificate DPI/PPE (dispositivi di protezione individuale) o FFPx. Possono essere acquistate oppure fatte in casa seguendo le indicazione ministeriali.
Come disinfettare un mascherina
- Mascherina chirurgica
Per quanto riguarda la mascherina chirurgica, ricordiamo che questa andrebbe utilizzata una sola volta (sono tutte monouso) perché l’impiego di disinfettanti o vapori di aria calda potrebbe danneggiare il tessuto e quindi esporre al contagio. Tuttavia, considerata l’emergenza e il sempre più difficile reperimento, disinfettarle può essere un modo per garantirne il riutilizzo in sicurezza.
Per iniziare con la disinfezione della mascherina, come prima cosa sarà necessario lavare accuratamente le mani. Successivamente appoggiare la mascherina su una superficie lavata con acqua e sapone o disinfettante idoneo, e spruzzate uniformemente la mascherina stessa con alcool al 70% su tutta la superficie, compresi gli elastici, senza eccedere nella bagnatura. Ripetete l’operazione dopo averla girata. A questo punto lasciatela per almeno 30 minuti i un luogo protetto fino alla completa evaporazione. Quando è asciutta, riponetela in una busta di plastica fino al nuovo uso.
- Mascherine FFP1/FFP2/FFP3
Possono essere riutilizzate dopo aver effettuato due trattamenti:
– Esposizione da entrambi i lati ad alta temperatura (superiore a 60°) come ad esempio il vapore del ferro da stiro a debita distanza.
– Trattamento con soluzioni disinfettanti e spray con alcol almeno al 70% (effettuare la stessa operazione descritta con la mascherina chirurgica)
- Mascherina lavabile
Ci sono numerosi metodi per sanificare al meglio una mascherina lavabile:
–Fai bollire la mascherina
Un metodo noto e fatto in casa per pulire e sterilizzare le maschere è l’uso del calore, in questo caso lasciando riposare le maschere di stoffa in acqua bollente per almeno cinque minuti. Il problema in questo caso, è che a seconda del tessuto utilizzato per realizzare la maschera, sottoporla a vari cicli di ebollizione può danneggiarla e persino comprometterne la traspirabilità. Per garantire il corretto funzionamento, il miglior consiglio è quello di ispezionare attentamente la maschera dopo l’ebollizione tenendola sotto una fonte di luce e identificando aree più sottili o addirittura buchi nel tessuto. Sarebbe opportuno non superare i 10 usi o 10 cicli di ebollizione in qualsiasi tipo di maschera in tessuto.
-Lavaggio in lavatrice
Un altro metodo per disinfettare la mascherina sarebbe effettuare un lavaggio in lavatrice con acqua a 60 ° C. Puoi utilizzare qualsiasi tipo di detersivo, ma la temperatura è un punto importante da tenere a mente, poiché dopo 60 ° C la maggior parte dei virus noti degrada.
-Acqua calda e soluzione di candeggina
Se nessuno dei metodi qui in alto ti convince, un’altra possibilità efficace è quella di immergere le maschere per cinque minuti in una soluzione di 20 ml di candeggina commerciale per ogni litro di acqua. In questo caso la temperatura dell’acqua non è così importante poichè la candeggina assume il ruolo del disinfettante.
Tuttavia, in questo caso non dovresti mai superare la quantità di candeggina consigliate o lasciare le maschere troppo a lungo immerse nella soluzione, perché potrebbero danneggiarsi e persino causare danni a chi le utilizza. Ricorda sempre di rimuovere accuratamente tutti i residui di candeggina. Gli esperti consigliano di sciacquare abbondantemente con acqua per 10-15 secondi dopo aver sottoposto le maschere a questa soluzione di candeggina, al fine di eliminare eventuali residui. Successivamente, la maschera deve essere nuovamente immersa in acqua pulita per altri cinque minuti e lasciata asciugare a temperatura ambiente o in un’asciugatrice.
-Tempo e conservazione
Se non si è sicuri del riutilizzo delle maschere utilizzando uno dei metodi di disinfezione precedenti, è possibile utilizzare anche un altro fattore: il tempo.
È noto che il coronavirus SARS-CoV-2 ha una vita utile differente a seconda della superficie in cui è depositato e può durare fino a 4 giorni in alcuni materiali come plastica, banconote, maschere chirurgiche o acciaio. Per quanto riguarda il tessuto e l’abbigliamento, si ipotizza che il nuovo coronavirus possa durare fino a 2 giorni, un tempo simile al vetro o al legno.
In questo caso, quando si ha a che fare con maschere di stoffa, se si considerano le prove attuali, sarebbe una buona idea attendere fino a due giorni in più per un nuovo uso dopo un’adeguata disinfezione.
Allo stesso modo, anche la conservazione della maschera è la chiave: disinfettare una mascherina correttamente senza riporla in un contenitore adatto può rovinare qualsiasi sforzo di pulizia. In questo caso, la raccomandazione è di conservare la maschera in un ‘tupper’ di plastica o in un sacchetto di plastica con cerniera.
In ogni caso, ricordiamo che la sanificazione della mascherina, da sola non è utile a garantirti la protezione dal Covid-19. La prevenzione, il lavaggio delle mani e l’applicazione della distanza di sicurezza, come indicato dal ministero della salute, sono gli unici modo per diminuire il rischio di contagio.