
In Italia ogni persona produce in un anno in media 497 chilogrammi di rifiuti urbani all’anno, il cui 51 per viene sottoposto a riciclaggio e compostaggio, riducendo sensibilmente l’impatto sull’ambiente.
Con il termine “rifiuto” si fa generale riferimento ai cosiddetti “rifiuti solidi”, che provengono da abitazioni o giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private, sulle spiagge marittime e lacuali, sulle rive dei corsi d’acqua, o comunque su aree soggette ad uso pubblico o; i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale.
Per far sì che i rifiuti vengano correttamente smaltiti e riciclati abbiamo imparato che è necessario effettuare correttamente la raccolta differenziata per far sì siano mantenuti divisi a seconda del tipo di materiale di cui sono costituiti. L’obiettivo che ci si pone, al fine di garantire un utilizzo ottimale delle risorse, è quello di giungere alla netta separazione tra rifiuto secco e rifiuto umido. La parte “secca” dei rifiuti viene distinta in secco riciclabile (vetro, carta, plastica, alluminio) e secco non riciclabile; la parte “umida”, raccolta separatamente, ossia gli scarti alimentari quali bucce della frutta, gusci delle uova, fondi del caffè, residui di pulizia delle verdure ecc. non sono riciclabili e vengono smaltiti attraverso il compostaggio della frazione umida.
Dopo aver analizzato come avviene il riciclo dei rifiuti in vetro, plastica, carta e umido, di seguito vedremo come funziona il ciclo di vita dei rifiuti indifferenziati.
Normativa vigente in materia di rifiuti urbani
Dal 4 luglio 2018 è entrata in vigore la nuova direttiva europea sull’Economia Circolare; un testo denominato “pacchetto economia circolare” che va ha nuovi e importanti obiettivi vincolanti per il riciclo, così come per la gestione degli imballaggi e delle discariche. Entro il 2025, secondo le nuove normative, si dovrà arrivare al riciclo di almeno il 55 per cento dei rifiuti urbani. L’obiettivo va di pari passo con una progressiva riduzione dell’impiego delle discariche, il metodo più economico ma anche più inquinante per smaltire i rifiuti.
Il Parlamento Europeo ha stabilito che entro il 2035 al massimo il 10 per cento del totale dei rifiuti potrà essere smaltito nelle discariche; ad oggi oltre il 25 per cento dei rifiuti urbani viene ancora smaltito in questo modo.
Attualmente in Italia la gestione dei rifiuti cambia molto da città a città, e varia a seconda dell’estensione del territorio, del numero di abitanti, della disponibilità di discariche, inceneritori e centri di smaltimento, e delle risorse economiche per farli funzionare. Esistono alcune linee guida alle quali le amministrazioni comunali sono obbligate a fare riferimento, mentre su alcune dettagli, come il colore dei bidoni, le modalità di raccolta e ritiro, ogni comune ha grande libertà di scelta.
Generalmente, il servizio di ritiro e smaltimento dei rifiuti urbani viene finanziato attraverso un sistema di tassazione locale.

Ciclo dei rifiuti
Le fasi di un ciclo di rifiuti differenziati sono:
- Produzione: classificazione di un bene come oggetto di cui si è deciso di disfarsi.
- Accumulo temporaneo: stoccaggio del rifiuto in un luogo prossimo a quello di produzione, in cui si prevede che esso permanga per un periodo di tempo limitato.
- Conferimento: trasporto del rifiuto in un sito opportuno per consentirne la raccolta.
- Raccolta: passaggio del rifiuto dal produttore ad un ente terzo, che si occupa di raccogliere i rifiuti per avviarli alle fasi successive.
- Trasporto: movimentazione del rifiuto dal punto di raccolta al punto del trattamento e/o smaltimento; compete, di norma, all’ente che effettua anche la raccolta;
- Trattamento e/o smaltimento: insieme di processi che portano al recupero di materiali e/o energia dal rifiuto, ed alla sistemazione definitiva delle frazioni non recuperabili o non suscettibili di ulteriori trasformazioni.
Cosa succede ai rifiuti indifferenziati?
Solitamente la raccolta indifferenziata dei rifiuti viene smaltita in impianti di termovalorizzazione che permettono di produrre energia elettrica ed energia termica per il teleriscaldamento; solo una quota residuale è smaltita in discarica.
Come i rifiuti di carta e vetro, anche i rifiuti indifferenziati rappresentano una risorsa dalla cui lavorazione è possibile ricavare:
- Metalli, carta e plastica
- Frazione organica umida
- Frazione secca
Alla fine del processo, il rifiuto indifferenziato che effettivamente viene destinato alla discarica è ridotto ad una piccola percentuale. La restante parte (composta dalle frazioni recuperate) viene trattata alla stregua dei materiali raccolti separatamente:
- I metalli, la carta e la plastica sono recuperati negli impianti specializzati per diventare nuova materia prima,
- La frazione umida viene stabilizzata e trasformata in energia
- La frazione secca può diventare un combustibile solido secondario
Come possiamo notare ogni rifiuto, sia esso solido o umido, può diventare un’importante risorsa.